Buongiorno mamma e papà,
la nascita dalla prospettiva del tuo bambino è decisamente un campo emergente e lo dico nel senso che sta emergendo con forza e decisione!
Stiamo parlando di una presa di consapevolezza da parte di uomini di buona volontà, che un tempo ormai lontano (anni ’50) ipotizzarono che il neonato fosse capace di fare esperienza fin dal concepimento.
A dirlo oggi non sono io, (non solo, almeno) ma la flotta di studiosi di diverse specialità provenienti da tutto il mondo, che da anni osservano e studiano i comportamenti dei neonati, rilevando ad ogni occasione che il bambino risponde positivamente se viene rispecchiato nelle sue esperienze; hanno appurato che il suo linguaggio corporale non è fatto di movimenti casuali ma al contrario è una riproduzione fedele della sua esperienza nel grembo materno e della sua nascita.
Per dirlo in parole più familiari e materne, il tuo bambino, mamma, non aspetta altro che di essere ascoltato mentre ti racconta la sua storia e per farlo usa spesso quei pianti inconsolabili che ti fanno impazzire, sì mamma, so che può sembrarti strano, ma anche un neonato ha la capacità di immagazzinare esperienza e come ogni essere umano ha bisogno di sentirsi riconosciuto nelle sue fatiche come anche nelle sue conquiste; in altre parole ha bisogno che lo aiuti ad integrare le sue esperienze precoci.
L’integrazione della nascita esiste per aiutarti a dare un senso a quei pianti del tuo bambino che non si calmano mai, a quei movimenti corporei apparentemente incomprensibili e casuali.
L’operatore Neonatale non ti insegna a zittire il tuo bambino, al contrario ti sostiene nel suo ascolto, ti riconosce come madre e come padre insostituibile e ti accompagna nella ricerca della tua risorsa migliore per osservare il mondo dalla prospettiva del tuo piccolo, perché possa sentirsi incontrato e accolto in modo incondizionato e perché le cose prendano la giusta direzione.