Di cosa si tratta?
L’integrazione di Nascita è basata sul riconoscimento del neonato come essere senziente, in grado di incamerare esperienza fisica ed emozionale dal primo istante del concepimento, fino al momento in cui vedrà la luce per la prima volta e oltre. Ad oggi questo approccio rappresenta il frutto di lunghi studi ed osservazioni del neonato in relazione con la famiglia, portati avanti già negli anni ’50 da specialisti dell’infanzia, nel campo della psicologia prenatale e perinatale.
Il bambino reagisce agli impulsi interni che si sono formati per affrontare il viaggio della nascita. I sintomi ricorrenti e riconducibili alle esperienze precoci non risolte sono spesso pianti inconsolabili, irritabilità, spasmi, insonnia, difficoltà all’allattamento, coliche.
Questo approccio delicato e rispettoso si fonda sul permesso, alla presenza dei genitori informati su tutto. L’operatore crea un campo di accoglienza privo di giudizio in cui i genitori possano riconoscere le proprie emozioni mentre il bambino percepisce uno spazio sacro di contenimento e fiducia che gli permette di “raccontare la sua storia”. L’atteggiamento empatico di ascolto e rispecchiamento nei confronti del neonato permette la sua regolazione interna, egli viene aiutato a muoversi nella sua zona di comfort mentre può integrare quelle azioni rimaste irrisolte.
Tali benefici vanno ad arricchire il legame fra la diade madre/bambino e la relazione del nucleo famigliare si stabilizza ad un livello più profondo, formando un’impronta equilibrata che influenzerà positivamente lo crescita del nuovo arrivato e di tutti.
Come si svolge una sessione Neonatale
La mamma mi contatta quando il bambino piange molto, dorme poco o fatica ad allattarlo o anche tutte queste cose insieme. Solitamente mi reco a casa della famiglia che chiede il mio sostegno in quanto ritengo che il bambino abbia diritto a sentirsi in ambiente protetto e a lui famigliare, mentre incontra me che sono una sconosciuta per lui.
Chiedo alla mamma di preparare un sostegno morbido, tipo materassino o delle coperte con dei cuscini da sistemare a terra in modo che il piccolo stia comodo e al sicuro.
Con i genitori ci sediamo comodamente vicino al piccolo e chiedo loro di raccontarmi ciò a cui tengono di più riguardo se stessi ed il loro bambino, alle emozioni che la madre ha vissuto quando ha scoperto di essere incinta e durante la gestazione, soprattutto il parto.
Da qui prende forma un campo di relazione che sembra magico, l’empatia che si diffonde all’interno di questo spazio sacro regala fiducia e si aprono spiragli di luce sempre più nitidi in cui il bambino sente di essere accolto e può manifestare le sue esperienze più profonde.
Può passare anche un’ora mentre parlo con la coppia e intanto il piccolo percepisce la nostra predisposizione ad accogliere la sua storia; non mi avvicino subito a lui, lascio che sia lui ad interessarsi a me, mentre io mi mantengo aperta e disponibile nei suoi confronti.
Il bimbo sente quando si parla di lui e percepisce la tranquillità dei genitori che si sentono finalmente ascoltati; è come se si sentisse libero di esprimersi con il suo corpicino che inizia a muoversi riproducendo i movimenti che ha fatto durante la sua nascita e ci mostra quali difficoltà ha incontrato, aspettando un aiuto ed è in quel momento che mi accosto a lui fisicamente fornendogli un sostegno per portare a completamento alcuni passaggi. E’ in questi momenti fatti di silenzio e stupore autentici in cui il bambino si sente realmente incontrato che ha luogo la vera nascita ed egli può finalmente liberarsi.
I genitori sono sempre li accanto a me e partecipano con presenza attiva alla sessione e al termine alcuni di essi riportano la sensazione che il loro bimbo sia più pesante e credo proprio che sia vero perché avviene un profondo rilascio delle tensioni e di conseguenza una maggiore presenza fisica.
Possono servire alcuni incontri prima di ottenere un rilascio completo del bambino ed il lavoro viene fatto sempre di riflesso con la madre che è la figura primaria.
L’amore e la presenza empatica sono il vero motore propulsore della Vita, il bambino è detentore di questo miracolo ed io mi sento onorata quando sono al suo cospetto.